- Gli investitori venerdì sono passati dai titoli growth ai ciclici
- Gli indici hanno registrato nuovi record
- Occhi puntati sulla stagione degli utili nella speranza che confermi la fiducia nella ripresa
- I timori per l’inflazione e per la variante Delta pesano sugli investitori
Dopo una settimana di scambi altalenanti, tre dei quattro maggiori indici USA, S&P 500, Dow Jones e NASDAQ, hanno chiuso a nuovi massimi record venerdì. Tuttavia non sembra esserci un fattore chiaro a trainare i trader, anche se le cose potrebbero cambiare nella settimana in apertura con l’inizio della stagione degli utili.
Mentre i titoli azionari sono tornati alla ribalta dopo il peggiore selloff da settimane, il Reflation Trade è stato ancora una volta responsabile dell’accelerazione di venerdì, eclissando i titoli growth, noti anche come titoli tecnologici. Tuttavia, è stato il Russell 2000, che comprende aziende nazionali a bassa capitalizzazione che beneficiano di più dal ritorno dei consumatori alle abitudini di spesa pre-pandemia, ad avere avuto la performance superiore. Il rialzo del 2,1% dell’indice è stato il doppio di quello del NASDAQ Composite, che non ha guadagnato nemmeno un intero punto percentuale.
Persino le società tech mega-cap quotate sul NASDAQ 100 hanno avuto una performance inferiore al Russell, guadagnando solo lo 0,7%, meno di un terzo del rally del Russell.
Il Dow Jones Industrial Average è balzato dell’1,3% venerdì, secondo solo al Russell 2000. Anche i titoli mega-cap dell’indice blue-chip da 30 componenti sono value.
Cambiamento del paradigma dei settori
Un cambiamento di paradigma simile si è visto nei settori del mercato. I finanziari, (+2,9%), hanno avuto una performance superiore, grazie all’aumento dei rendimenti, per la prima volta da un po’ di tempo, ed alla prospettiva di tassi di interesse più alti, che farebbero aumentare i margini di profitto delle banche.
Al secondo posto gli energetici, (+2,1%), il che ha senso dal momento che le società di questo settore rappresentano il carburante (letteralmente e in senso figurato) della ripartenza di un’economia in espansione. A dire il vero, il settore sta beneficiando anche delle aspettative di quella che potrebbe forse essere una domanda da record per il greggio, sulla scia dell’aumento dei viaggi in auto e per le vacanze in estate, con le economie che riaprono e i consumatori che non vedono l’ora di lasciare le proprie case finiti i lockdown.
Inoltre, il recente scontro tra i membri dell’OPEC+, che ha ridotto per ora la produzione di greggio, sta avendo un impatto sul prezzo. Ciononostante, il costo dell’energia solitamente aumenta insieme all’espansione economica.
Il settore dei materiali ha registrato la terza migliore performance la settimana scorsa (+2%), mentre al quarto posto troviamo i titoli industriali, (+1,6%).
Dall’altra estremità dello spettro della Reflazione, tecnologia e servizi di comunicazione, saliti entrambi solo dello 0,9%, non sono andati molto meglio dei titoli difensivi, che tendono ad avere una performance inferiore durante l’espansione.
Nonostante gli indici NASDAQ legati al settore tech siano riusciti ad unirsi agli indici S&P 500 e Dow Jones Industrial Average chiudendo ad un record, nessuno dei due indici tech ha però registrato massimi storici intraday come hanno fatto invece i due riferimenti.
In ultima analisi, però, come abbiamo più volte dimostrato, i titoli tech continuano a dominare il mercato quest’anno. E questo è osservabile su base settimanale, mensile, trimestrale e sull’anno in corso. È facilmente visibile confrontando i grafici.
L’indice NASDAQ 100 punta verso l’alto:
Grafico giornaliero NDX
Ha visto un rialzo del 14% dal minimo di maggio, scambiato all’interno di un trend in salita. Diamo un’occhiata al Russell 2000:
Grafico giornaliero Russell 2000
L’indice a bassa capitalizzazione è salito solo della metà, il 6,68%, nello stesso periodo. Inoltre, notiamo che è scambiato lateralmente, aumentando le probabilità di un’inversione, con un breakout al ribasso della linea di collo dall’inizio del range.
La cosa più sorprendente del rally di venerdì è che questo mercato resta il più costoso della storia, il che significa che non è cambiato molto.
L’inflazione prosegue sulla stessa traiettoria e la variante Delta è ancora altamente contagiosa e continua a portare scompiglio sia nei paesi sviluppati che in quelli più poveri. È la variante dominante nei paesi meno vaccinati ma anche negli USA.
I casi della variante sono in aumento in quasi metà degli stati USA e un esperto sanitario l’ha chiamata “COVID-19 sotto steroidi”.
Tra tutte queste preoccupazioni, le grandi banche di investimento, come Blackrock (NYSE:BLK), JPMorgan Asset Management (NYSE:JPM) e Morgan Stanley Wealth Management (NYSE:MS), che combinate gestiscono 12 mila miliardi di dollari di asset, sono fiduciose che gli utili del secondo trimestre, che cominceranno a pubblicare a partire da questa settimana, dimostreranno che la ripresa economica resta in carreggiata.
Intanto, le banche centrali globali continuano a supportare la ripresa economica con ulteriori stimoli. In Cina, la PBoC ha ridotto il coefficiente di riserva obbligatorio per le banche, con un’ulteriore iniezione di liquidità per l’economia, e in Europa la BCE venerdì ha annunciato che consentirà all’inflazione di superare l’obiettivo del 2%, seguendo l’esempio della Fed.
Morale della favola: prevediamo altra volatilità. La storia sui mercati continua a passare da un estremo all’altro, a volte addirittura di giorno in giorno, tra chi dice che l’economia non si sta riprendendo abbastanza velocemente e chi invece afferma che si sta surriscaldando. E così via, all’infinito.
I rendimenti in ripresa, compresi quelli dei Buoni del Tesoro a 10 anni, di riferimento, hanno spinto i finanziari, ciclicamente sensibili, venerdì, ma in un giorno si può invertire il trend in discesa?
Andamento giornaliero UST a 10 anni
Il balzo dei tassi segue un triangolo ribassista (blu), lo strumento di mercato che gli orsi hanno utilizzato per raggiungere il massimo nei rendimenti (linea rossa).
Il rialzo dei rendimenti di venerdì, implicando il selloff dei Treasury, arriva dopo il breakout al ribasso del triangolo ribassista, suggerendo che questo rally potrebbe non essere altro che una mossa di ritorno prima di un altro calo, per aumentare il tasso di discesa dal canale discendente arancione a quello rosso.
Il dollaro è sceso per il secondo giorno di fila venerdì, nonostante l’aumento dei rendimenti ed il rinvigorito Reflation Trade, che avrebbe dovuto avvantaggiare la moneta statunitense. Forse i trader pensano che la Fed solleciterà l’inflazione, e il potere di acquisto del dollaro sarà ridotto.
Grafico giornaliero dollaro
Il dollaro oscilla da novembre. La direzione del breakout, quando avverrà, lo spingerà ulteriormente in quella direzione.
L’oro ha infranto un pennant ribassista ed è salito.
Grafico giornaliero oro
Poi il metallo giallo ha superato l’apice del precedente canale in discesa, anche se non è riuscito a superare la shooting star di martedì (linea rossa).
Il Bitcoin è pressoché invariato, con gli scambi della moneta digitale che si sono ridotti.
Il greggio è salito per il secondo giorno di fila, dopo l’hammer di giovedì.
Grafico giornaliero del greggio
Tuttavia, dopo essere sceso al di sotto della linea di trend in salita e notando quanto sia sceso rispetto al precedente minimo, il WTI potrebbe stare sviluppando un apice, come suggerito dal segnale sell del MACD e dalla divergenza negativa del ROC.
Questa settimana
Orari EDT
Martedì
8:30: USA – Indice IPC core: dovrebbe scendere dallo 0,7% allo 0,4%.
22:00: Nuova Zelanda – Decisione sui tassi di interesse della RBNZ: dovrebbe restare stabile allo 0,25%.
Mercoledì
2:00: Regno Unito – Indice IPC: dovrebbe salire dal 2,1% al 2,2%.
8:30: USA – Indice IPP: probabile calo dallo 0,8% allo 0,5%.
10:00: Canada – Report sulla politica monetaria della BoC e decisione sui tassi di interesse: dovrebbero restare allo 0,25%.
10:30: USA – Scorte di greggio: la scorsa settimana hanno registrato -6,866 milioni di barili.
Forse: Canada – Conferenza stampa BOC
21:30: Australia – Variazione dell’occupazione: dovrebbe crollare a 30,0 mila dal dato precedente di 115,2 mila.
22:00: Cina – Produzione industriale: previsto calo dall’8,8% al 7,9%.
22:00: Cina – PIL: dovrebbe crollare dal 18,3% all’8,1% su base annua, raddoppiando però su base trimestrale, dallo 0,6% all’1,3%.
Giovedì
2:00: Regno Unito – Variazione nelle richieste di sussidi disoccupazione: precedentemente a -96,2 mila.
8:30: USA – Richieste iniziali di sussidio di disoccupazione: dovrebbero essere scese da 733 mila a 360 mila.
8:30: USA – Indice manifatturiero della Fed di Philadelphia: dovrebbe scendere a 28,3 da 30,7.
18:45: Nuova Zelanda – Indice IPC: dovrebbe scendere dallo 0,8% allo 0,7% su base trimestrale.
23:00: Giappone – Dichiarazione di politica monetaria della BoJ, report sulle previsioni e conferenza stampa
Venerdì
5:00: Zona euro – Indice IPC: dovrebbe restare invariato all’1,9%.
8:30: USA – Vendite al dettaglio core: dovrebbero rimbalzare allo 0,5% da -0,7%.
8:30: USA – Vendite al dettaglio: dovrebbero salire a -0,4% da -1,3%.