La reazione dei mercati alla firma della "fase uno" dell'accordo commerciale tra Stati Uniti e Cina è stata tutto sommato timida, almeno inizialmente Dobbiamo ricordare che l'accordo, così come strutturato, al momento mantiene in vigore la maggior parte delle tariffe emesse e contiene alcuni impegni che potremmo definire stravaganti come ad esempio espandere le importazioni cinesi dagli Stati Uniti per un totale di $ 200 miliardi (un aumento di oltre il 20%).
La “seconda fase” non dovrebbe arrivare prima delle elezioni presidenziali degli Stati Uniti (a novembre), quindi gli operatori molto probabilmente potranno tirare un sospiro di sollievo e sperare che la guerra commerciale possa rappresentare il passato (anche se l'accordo forse non è stato all'altezza delle aspettative).
La considerazione che gli operatori dovranno fare in futuro è se tutto ciò favorirà un ambiente migliore per la propensione al rischio. Teoricamente la paura dovrebbe essere passata, ma si avrà pur sempre a che fare con la tariffe vigenti e si dovrà capire se effettivamente la Cina sarà in grado di ottemperare agli impegni presi. Nel frattempo proprio nell'ultima ora abbiamo assistito a una repentina fiammata della propensione al rischio, con vendite di asset rifugio e salita dell'azionario.
Wall Street ha chiuso la sessione di metà settimana leggermente in rialzo a + 0,2% sull'S&P 500 a 3289 punti. I futures hanno poi guadagnato un altro + 0,2%, ciononostante gli effetti sull'azionario asiatico sono stati limitati: Nikkei + 0,1% e Shanghai Composite -0,5%. Nelle materie prime l'oro è leggermente più debole mentre il petrolio è rimbalzato del +0,5%.
Sul fronte macroeconomico l'attenzione sarà tutta rivolta verso gli Stati Uniti, anche se alle 13:30 verranno rilasciati I verbali relativi all'ultima riunione di politica monetaria della BCE. Lato USA attenzione alle vendite al dettaglio delle 14:30 che dovrebbero darci vendite mensili core (ex-auto) in aumento di + 0,5% (dopo una crescita di + 0,1% a novembre). L' indice aziendale Philly Fed dovrebbe migliorare a +3,8 nel mese di gennaio (da +2,4 a dicembre) e si prevede che le richieste di sussidi di disoccupazione settimanali rimarranno attorno a 216.000 (214.000 la scorsa settimana).
Altro appuntamento importante è sicuramente quello delle ore 19, quando parlerà il presidente della BCE Christine Lagarde.